Driverless cars, la mobilità del futuro

Ritorno al futuro è fantascienza? Forse per il fatto delle macchine volanti, ma per il resto ci stiamo avvicinando sempre di più. La guida autonoma, considerata parte del panorama fantascientifico fino a 10 anni fa, si sta trasformando in realtà sotto i nostri occhi. Già diverse case automobilistiche hanno iniziato a introdurre dispositivi di sicurezza per la guida cittadina, come il brake – assist , che frena automaticamente se un ostacolo spunta improvvisamente nel suo raggio d’azione, anche se questa sicurezza per ora funziona solamente a velocità ridotte (fino a 30 km/h). Un altro sistema che ci preannuncia la guida autonoma è il Lane-assist, che permette anche a velocità più sostenute, come quelle autostradali, di intervenire attivamente sullo sterzo nel caso in cui si stia abbandonando involontariamente la propria corsia, magari per un malore o anche solo per distrazione, correggendo la traiettoria dell’auto.

Numerose aziende automobilistiche, in parallelo agli investimenti sul nuovo (si fa per dire) tipo di energia, quella elettrica, stanno portando avanti anche progetti per rivoluzionare non solo la guida, ma proprio l’automobile. Questo cambiamento sarà radicale e influenzerà il mondo, allo stesso modo di come è stato influenzato all’inizio del XXI secolo con lo sviluppo di Internet o a fine ‘800 con l’invenzione dell’automobile. Oggi vi sono diverse linee di pensiero sul prossimo passo dell’innovazione in questo campo: da una parte c’è Google, che punta a una guida autonoma totale, in modo da liberare l’utente medio dalla “seccatura” di dover guidare, ma anche da permettere a persone con disabilità di avere un mezzo personale che consenta spostamenti con una sicurezza maggiore. Dall’altra parte (per esempio BMW) si punta anche al mantenimento del “piacere di guidare” degli appassionati, integrando i sistemi di sicurezza e gli automatismi solo come “aiuti” per il conducente, che mantiene così il suo ruolo principale.

google car
Google car, fonte immagine: lastampa.it

Google, anche se non è una casa automobilistica, ha progettato la Google car fin dal 2009, e tuttora ha già dei prototipi di driverless-car itineranti per quattro città americane, con già più di 1 milione di miglia percorse autonomamente, quasi senza incidenti!! Il funzionamento è ovviamente molto complesso, ma riassunto in modo breve e molto chiaro in un video sul loro sito. La macchina di per sé è un concentrato di tecnologia, composta da radar posteriori e anteriori che identificano gli oggetti in avvicinamento, videocamere che riconoscono gli altri veicoli e la segnaletica, e perfino un laser sopra il tetto che con i sensori rotanti in grado di fare una scansione fino a 180 metri di distanza e a 360° (tutto intorno alla vettura) creando così una vera mappa tridimensionale. Ormai il GPS è un dispositivo quasi dato per scontato. E’ presente sulla vettura, e indicando la posizione, riesce a tracciare i percorsi voluti sfruttando una versione personalizzata di Google Maps. Google vede la guida autonoma soprattutto per gli anziani e disabili, permettendo così loro di “riscoprire la mobilità”; ipotizza anche che vi saranno 10 milioni di auto nel 2019 che circoleranno con sistemi di guida e assistenza avanzati. Per rimanere in collegamento con una realtà più tradizionale, ha stabilito anche accordi con FCA (inizio maggio 2016) programmando una produzione da parte di FCA di 100 veicoli “Pacifica”minivan di Chrysler, ovviamente dividendosi le specifiche aree di competenza per l’ ingegnerizzazione, sia per la meccanica che per il software (fonte articolo da lastampa.it). Le due aziende contano di commercializzare alcune centinaia di queste macchine nel breve-medio termine. La collaborazione promette di essere molto positiva, soprattutto perché punta su una macchina famigliare, quindi alla portata di tutti.

Vision Next 100
Fonte immagine: panoramauto.it Immagine soggetta a copyright.

Anche la BMW con il progetto Vision Next 100, è invece intenta a rivoluzionare in modo completamente diverso il settore dell’automobile. Ha allo studio una vettura con scocca in fibra di carbonio, componenti ottenute con la stampa in 4D, apertura delle porte ad ali di gabbiano e coefficiente aerodinamico da record: appena 0.18, ai vertici dell’ idea attuale di auto sportiva GT, ma anche con “the ultimate driver”, una guida assistita in grado di fare del guidatore un guidatore migliore, senza bypassarlo.  Il progetto tende insomma all’armonizzazione delle parti (auto e guidatore) non all’ esclusione di una di esse. Si studiano anche comandi gestuali in forma evoluta, con i quali, al solo cenno della mano sarà possibile attivare i diversi sistemi di bordo. Sarà presente una “cloche” al posto del volante e con la modalità chiamata “boost mode” la macchina sarà in grado di assistere il guidatore con i vari sistemi di bordo proiettando i segnali (intuitivi) sull’ head up display, lungo l’intero parabrezza. Questo sistema sarà capace di osservare e memorizzare lo stile di guida di ciascuno, per riproporlo quando sarà attivata la modalità di guida chiamata “ease mode”, che gestirà in modalità di “guida autonoma” la marcia.

 

Alessandro Chiarle


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